Dove andiamo a cena?
Disclaimer: attenzione, questa pagina contiene opinioni peraltro espresse in linguaggio pedantesco.
Sori, 31 agosto 2008.
Proponiamo oggi all’attenzione dei nostri lettori un curioso articolo a firma Edoardo Meoli apparso nell’edizione del 25 agosto u.s. del Secolo XIX, dal titolo <<Levante, taglio alle sagre per “salvare” i ristoratori>> (disponibile sul sito web del quotidiano dove ci siamo procurati la versione che andiamo a commentare).L’articolista esordisce con un
perentorio <<NIENTE trofie a Sori
[…]>> e prosegue con: <<L’estate della grande crisi per il settore
turistico, ristoranti e trattorie compresi, ha convinto i sindaci del golfo
Paradiso ad ascoltare l’appello dell’Ascom, che con Giorgio Bove, presidente
Fepag, aveva puntato l’indice contro le troppe sagre in riviera, causa sempre
meno indiretta dei problemi del
settore.>>
Innanzitutto una precisazione: l’edizione 2008 della Trofiata, a cui peraltro il Gruppo non ha partecipato, è stata annullata per motivi non riconducibili a quanto in oggetto. Il testo proposto dall’organo di stampa è quindi da considerarsi unicamente come portatore di dichiarazioni di intenti per il futuro. Sino ad oggi non risulta, nella memoria dei soci del Gruppo, che nel Golfo Paradiso alcuna autorizzazione da parte delle amministrazioni comunali sia stata negata per ragioni riconducibili all’argomento dell’articolo. Deduciamo che il sig. Bove si sia appellato ai sindaci con riferimento alla stagione a venire, e da qui alla primavera prossima tante cose possono cambiare.
Secondo capoverso: <<In prima fila è il
sindaco di Sori, Luigino Castagnola, che per non danneggiare gli operatori della
città [città di Sori, perbacco come suona bene! n.d.r.] ha deciso di annullare
Dalla dichiarazione in discorso diretto
del Sindaco <<[…] non si poteva
dare un nuovo colpo a un settore che in paese da [l’accento manca anche
nell’originale, n.d.r.] lavoro a molte famiglie – dice Castagnola – erano stati
i commercianti locali [quali, di grazia? n.d.r.] a chiedermi di
soprassedere rispetto alla sagra che si svolge tradizionalmente […] in uno dei
fine settimana di agosto>>. A prescindere dal fatto che
Poi la dichiarazione del Sindaco
continua con un distinguo che è doveroso apprezzare: <<Sono d’accordo ma solo in parte, perché
molte delle feste che si fanno nei paesi sono organizzate da volontari
che a tutto pensano tranne che a fare
business>>.
Il successivo periodo merita una
precisazione: allorquando il Sindaco afferma <<Magari si potrebbe fare come qui a Sori,
dove si fanno le sagre solo quando c’è un patrono da celebrare>>,
qualcuno poco informato potrebbe controbatterlo citando eventi a prima vista
estranei alle feste patronali quali
Al quarto capoverso si arriva finalmente
alla radice della discordia, citando in discorso diretto il sig. Giorgio
Bove il quale asserisce che <<Quella delle sagre è una concorrenza sleale
diventata insopportabile, perché ogni sera d’estate ci sono almeno tre o quattro
kermesse […] Una volta le feste si limitavano al patrono e i soldi incassati
servivano a riparare il tetto della chiesa o a fare i fuochi d’artificio –
aggiunge Bove – oggi quello delle sagre è un business ed è al di sopra di ogni
regola>>.
Qui bisogna affinare le penne e tentare
una risposta per le rime quand'anche un tantino
feroce.
Una volta, secondo il sig. Bove, le
feste si limitavano al patrono. Questo potrebbe, forse, anche essere
verosimile, tuttavia procurerebbe enorme soddisfazione ai Nostri una
dichiarazione in cui il sig. Bove ci rendesse edotti della data in cui è
comparsa, limitandoci al Golfo Paradiso che è nostro habitat naturale, la prima
festa slegata ad una ricorrenza religiosa (nella fattispecie del contesto,
patronale). A memoria dei Nostri, le varie sagre delle Società di Mutuo
Soccorso, Pubbliche Assistenze e partiti politici esistono da quando esistono le
stesse Società di Mutuo Soccorso, Pubbliche Assistenze e partiti politici. Sulla
cadenza di tali eventi in alcune ben specificate (e si facciano i nomi!) realtà
si può anche conversare, ma il discorso intavolato dal sig. Bove appare di
carattere prettamente generale.
L’usanza, da parte dei Comitati delle
feste patronali, di organizzare altri eventi (non solo sagre gastronomiche) per
autofinanziarsi parrebbe altrettanto inveterata. Aggiungendo una pedanteria, le
feste più belle del Golfo NON sono patronali:
Si afferma altresì che quella volta (quale volta non è dato sapere con precisione) i soldi incassati servivano a riparare il tetto della chiesa o a fare i fuochi d’artificio. Come faccia il sig. Bove a sapere come, in tempi passati di cui nemmeno cita l’epoca, i Comitati ripartissero le entrate sui capitoli di spesa, è un mistero lasciato alla fantasia del lettore. Seconda pedanteria della giornata: in tempi passati le sparate si limitavano ai mascoli, venendo adottati solo in tempi più recenti i fuochi pirotecnici. Terza pedanteria: molti Comitati (tra cui il relativamente giovane Gruppo Festeggiamenti 15 Agosto) mai hanno destinato una lira ad interventi su immobili.
Il sig. Bove afferma, assumendosene le connesse responsabilità civili e penali, che oggi quello delle sagre è un business ed è al di sopra di ogni regola.
Signor Bove! Vi rammentiamo che business
traduce in italiano, secondo l’autorevole dizionario Oxford University Press
edito in Italia dalla SEI di Torino, i termini (1) affari, commercio, (2)
azienda, ditta, impresa, (3) compito, dovere, affare, (4) diritto, (5) affare
serio, faticaccia, (6) faccenda, affare (generalmente spregiativo), (7)
pantomima.
A meno che Voi non vogliate affermare
che le manifestazioni in oggetto sono azioni mimiche, diritti, oppure faticacce
(semmai questo dovremmo dirlo noi), deduciamo che Voi attribuite alle sagre un
carattere affaristico.
Questa, signor Bove, potrebbe anche
configurarsi come DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA.
Voi state accusando indiscriminatamente TUTTI coloro i quali hanno parte attiva nelle sagre di averne un tornaconto economico.
Se Voi siete a conoscenza di situazioni
in cui gli incassi di una sagra o festa o quant’altro costituiscano lucro per
qualcuno degli organizzatori, non esitate a fare nomi e cognomi a chi di
competenza! Se il Vostro strale è indiscriminatamente diretto
all’intera categoria abbiate la decenza postuma di rimangiarVi le insultanti
parole che avete osato proferire.
Oltre ad essere un business, Voi
affermate che quello delle sagre è al di sopra di ogni regola. Non solo accusate
genericamente tutti di avere lucro laddove non si dovrebbe, ma reputandoci come
persone che mettono la loro attività al di sopra di OGNI
regola, ci state accusando di ignorare deliberatamente tutte le norme giuridiche
vigenti. Saremmo forse noi dei delinquenti, signor Bove?
Infine abbiate la compiacenza di
prendere atto che tra i nostri sostenitori vi sono anche ristoratori. Voi
rappresentate solo una parte (e non ci dite nemmeno quanto grande o piccola) del
comparto economico della ristorazione, e siamo propensi a credere che
all’interno della Vostra associazione non tutti la pensino come Voi.
Esortiamo i ristoratori che si associano
alla visione del sig. Bove ad uscire dal nascondiglio e renderlo pubblico,
magari apponendo sulla porta a vetri dell’ingresso del locale un bel cartello
recante qualcosa che suoni come “Le sagre danneggiano il mio
reddito”.
E ora ci sia concessa un po’ di
satira e sarcasmo ad uso esclusivo dei nostri simpatizzanti
(gli antipatizzanti saltino al prossimo capoverso): voglia chi legge prendere il
dizionario Zingarelli (nella decima edizione, ristampa del giugno
L’ultimo capoverso, e tarde non furon
mai le grazie divine, porta un pochino di tonico al nostro cuore in affanno.
Arnaldo Buscaglia, segretario dell’ Unione delle Pro
Loco Liguri (Unpli) affronta di petto le dichiarazioni di Bove con le
seguenti parole: <<Dire che le
feste di paese sono la causa principale
della crisi dei ristoranti e delle trattorie ce ne passa. […] sia i
ristoranti sia le Pro loco e i vari comitati offrono un servizio turistico e non
è corretto attribuire la crisi “soprattutto” alle sagre. Le cause di questa
grave congiuntura negativa semmai vanno cercate nella scarsa competitività delle
nostre destinazioni turistiche in confronto a quelle estere>>.
Bravo signor Buscaglia! Finalmente
qualcuno che ha il coraggio di ammettere pubblicamente come stanno le cose:
Per concludere il sig. Buscaglia
sottolinea che sia le sagre sia i ristoranti offrono un servizio turistico,
assieme e non alternativamente, scardinando la visione gretta di alcuni
esercenti secondo cui ogni cliente di una sagra è un cliente in meno per i
ristoranti. Noi riteniamo che chi va alle sagre parta da casa con questa
intenzione e con un budget prestabilito; se volesse andare al ristorante e
partisse con la possibilità di spendere un po’ di più ottenendo in cambio desco
e servizio migliori, lo farebbe e basta.
Il Gruppo Festeggiamenti 15
Agosto ringrazia il sig. Arnaldo Buscaglia e l’Unpli per il prezioso
intervento.
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