Alcune note sui fatti del 2008 in merito al divieto di sparare mascoli nel greto del torrente
Sori, 28 settembre 2009
Il giorno 8 agosto 2008 nella pagina delle news veniva data notizia dell'imminente sfratto dei mascoli dal greto del torrente da parte della locale Autorità di Pubblica Sicurezza (il Sindaco di Sori), la cui decisione fu basata su un'interpretazione rivelatasi a posteriori ingenua (osservando le sparate regolarmente autorizzate di Recco del giorno 8 settembre 2008) di una raccomandazione prefettizia. Tale raccomandazione scaturiva dalla reazione della Commissione Centrale avverso la presentazione di una proposta di regolamento sull'argomento. Citando il testo da noi pubblicato allora:
<<L'edizione 2008 della festa di N.S. delle Grazie verrà sicuramente ricordata meglio delle precedenti: dopo quindici anni di rinnovato fervore pirotecnico, il greto del torrente è stato privato delle sparate di mascoli . Come si è giunti a questo? E perchè a Sori questo può accadere quando a Recco il solo accenno di pensiero ad una eventualità simile provoca reazioni di sdegno che possono eufemisticamente definirsi sediziose?
Si dà il caso che un bel giorno qualche espertone (di cui per sua fortuna si ignora l'identità) proveniente da Rapallo si mise in testa di poter redigere un "regolamento" per l'utilizzo degli antichi mortaletti liguri. Fin qui nulla di male, non fosse che l'espertone decise di sottoporre la sua invenzione (e Dio solo sa che cosa contenesse visto il rigetto) niente popodimeno che alla Commissione Consultiva (e ripetiamo consultiva) Centrale Armi ed Esplosivi presso il Ministero degli Affari Interni a Roma.
Fino al giorno prima la questione mascoli non sfiorava nemmeno lontanamente gli interessi della Commissione romana, senza dubbio occupata in faccende ben più gravose ed importanti di una tradizione locale sconosciuta ai più all'interno della Provincia di Genova, e del tutto al di fuori. La regolamentazione (che pure esisteva ed era anche abbastanza chiara ed efficiente) era affidata in pratica alla locale Prefettura, alla sua omologa Commissione ed ai verbali di sopralluogo dei siti proposti per lo sparo, difettando qualsiasi riferimento normativo nazionale sull'argomento mascoli, che non possono essere assimilati sic et simpliciter ai fuochi pirotecnici, tantomeno alle armi da fuoco.
Quando si richiede un parere ad una Commissione Centrale, questa è tenuta seppur di malavoglia a rispondere. E nel caso in questione rispose (con nota, non ordinanza nè delibera nè chissacosa) che la distanza minima da tenersi nello sparo va ritenuta in metri trenta a prescindere dalle quantità di materiale esplodente impiegate. Non è facile dover esprimere pareri su argomenti poco conosciuti (indubbiamente tale è la tradizione dei mascoli a Roma) e a volte capita, allorchè obbligati, di mettere nero su bianco prescrizioni che possono rivelarsi esagerate per la sola necessità di tutelarsi a priori da qualcosa che non si conosce. Così è avvenuto e sarebbe oltremodo ingiusto accusare la Commissione Centrale di volere scientemente reprimere le nostre secolari usanze. Purtroppo chi avrebbe potuto farsi gli affari propri non ha dato retta al vecchio proverbio che suggerisce di non stuzzicare il cane che dorme, soprattutto quando gli è stato assegnato il compito di mordere. [...] >>
Riceviamo per posta elettronica, per troppo tempo trascurata e finalmente da pochi giorni positivamente riattivata, una nota dell' ing. Palazzi, autore della bozza di regolamento citato sprezzantemente nello stralcio. Riteniamo il testo dell' ing. Palazzi meritevole di pubblicazione integrale poichè, al di là della questione sull'opportunità di presentare a Roma un testo di simile importanza senza la preventiva consultazione di una rappresentanza di tutto il "mondo" dei mascoli, pone l'attenzione su numerosi argomenti sui quali sarebbe il caso di meditare.
<<Comprendo la vostra reazione, che è seguita
al “diktat” sui 30 metri per i mascoli: è umano avvilirsi quando senti al tua
Tradizione a rischio di estinguersi. Dalle nostre parti l’uomo è fatto per il
sabato, e non il sabato per l’uomo, in barba al Vangelo. Comprendo la vostra
rabbia ma devo disapprovarla, semplicemente perché non sapete: vi scrivo dunque
affinché sappiate e comprendiate.
Mi chiamo Fabio Palazzi e sono io la
persona che nel 2001 ha scritto le relazioni tecniche, le quali hanno permesso
di eseguire le sparate, altrimenti destinate a finire. All’epoca non ero ancora
laureato, quindi sottoposi la relazione da me scritta ad un mio professore di
allora, Giovanni Farné, esperto metallurgista, ed a mio padre, Emilio Palazzi,
professore associato di reattori chimici e collega del Farné.
Sulla base di
quanto da me tracciato di concerto col Comitato dei Sestieri di allora, i due
docenti realizzarono quindi la nota “relazione dell’Università di Genova” grazie
alla quale tutti, compresi voi, hanno potuto “sparare” dal 2001 ad oggi. Da
rapallino doc e massaro sono felice di aver offerto gratis il mio contributo,
così come fecero pure mio padre e il prof. Farné (seppur bolognese, rimase
colpito dalle nostre Tradizioni e volle unirsi gratuitamente a noi). Del resto
ognuno di noi protagonisti delle “sparate”, lavora gratis e di buon grado per
gli amici e con gli amici!
Alla “relazione dell’università” seguirono alcune
prescrizioni tecniche impartite a livello locale (alcune delle quali assurde,
fuorvianti e pericolose, come posso comprovare con le carte alla mano), e la
prima “ondata di patentini per mascoli”. Nel 2002 confezionai una seconda
relazione, assieme a mio padre, che permise l’accensione del mascolo a 10 metri
dal pubblico e l’uso dei cannoni più grandi. Ancora, fummo felici di regalare
gratuitamente il nostro tempo alla nostra città, alla nostra gente ed alla
nostra Tradizione... ed indirettamente anche alle feste vicine!
Nel 2002
pareva che tutto si fosse risolto: mortaletti a 10 metri, grandi cannoni
utilizzabili, e patentini speciali per mascoli con sessioni d’esame una volta
all’anno. Ecco però subentrare il vero, estremo quanto subdolo colpo alla
Tradizione: la Prefettura di Genova, dal 2003 in avanti, non rilascia più
patentini speciali per mascoli. Vale a dire che tu prometti al ragazzino 17enne,
che l’anno successivo potrà superare la transenna, e sei costretto a non
mantenere la tua promessa. L’anno successivo succede questo: tu, come l’anno
prima, dentro; lui, seppur maggiorenne, fuori! E l’anno ancora successivo? Tu,
come di consueto, dentro; lui, seppur maggiorenne da 2 anni, fuori! Decine di
giovani presentano le domande al comune di Rapallo per l’ammissione agli esami,
ma nessuno risponde. Passa un anno, e nessuno risponde. Arriva la nuova festa, e
nessuno risponde.
Al che, su consiglio anche mio, due ragazze divenute
maggiorenni si recano direttamente in P.S. a porre la domanda, bypassando la
consegna manuale (non protocollata) al Comune. Anche in P.S. dovrebbero farsi
rilasciare un timbro “per ricevuta”, ma per l’inesperienza giovanile si
dimenticano di richiedere quel riscontro: nessuno dà quindi risposta, né l’ha
più data negli anni, per quanto ne so. Gli anni passano e i ragazzi (ormai non
più teenager) sono sempre fuori. Quasi tutti loro si allontanano dalla festa: a
nessuno piace essere esclusi da un gruppo, veder gli altri che seguono la
sparata quando tu non devi e non puoi. Ormai è chiaro: nessuno concede i
patentini, quindi la festa è morta. Sembra viva, ma è uno zombie.
TRADIZIONE
significa TRAMANDARE : se tu spari i mascoli e tramandi tale costume, porti
avanti la Tradizione; se tu, però, li accendi alla faccia di chi sta fuori, non
tramandi proprio nulla! Oggi le nostre feste sono un giocattolo per adulti: un
vezzo per pochi, negato alle generazioni future. Oggi la mia festa dell’1,2,3
luglio non è Tradizione: è un gioco per nostalgici. Tornerà ad esser Tradizione
quando i ragazzi potranno ancora entrare con noi massari di vecchia data. Di
questo sono categoricamente certo.
Con quale faccia diciamo ai nostri
ragazzi, ed ai nostri interlocutori istituzionali, che oggi portiamo avanti una
Tradizione? Con quale piacere ci accingiamo a seguire una sparata, quando
sappiamo che nostro figlio già è escluso da ciò che oggi compie suo padre e che
ieri compiva suo nonno? Piuttosto che lasciar morire di tumore la Festa
somministrandole antidolorifici, assai meglio è correre il rischio di
un’operazione difficile. Il paragone è crudo, ma credo renda l’idea. Ed è
proprio con questo spirito che il SINDACO DI RAPALLO, su invito di Massari
storici dei Sestieri, ha presentato il regolamento a Roma nelle sedi che ha
ritenuto opportune.
Ed ancora una volta il sottoscritto, oggi ingegnere
chimico, consulente ADR e socio di un’azienda pirotecnica, ha prestato
volentieri la propria opera gratis, fornendo consulenza tecnica agli estensori.
In pratica ho trovato vie legali certe, e percorribilissime per analogia
conservativa, che consentono l’accesso ai siti di sparo addirittura ai minori di
anni 18 (comunque maggiori di anni 14), sotto la supervisione di adulti. Inoltre
ho trovato un’esenzione totale al disposto dell’ADR, a mio parere applicabile
(ADR2007 1.1.3.1), che eviterebbe l’odierna pantomima del trasporto dei pezzi
carichi su mezzo omologato, con autista dotato di CFP (patente speciale). Nulla
di nuovo invece s’è detto, circa distanze di sicurezza e quant’altro: già
andavano bene. Oggi, per LEGGE DELLO STATO e non già per disposto d’una
circolare, il minore può introdurre polvere nera in un tubo dotato di “agugino”
o “aboggino”, comprimervi una borra, per di più porvi sopra una palla di piombo
e sparare, in un area non accessibile al pubblico. Questo tubo altro non è che
un arma ad avancarica la quale, a differenza del mortaletto, è intrinsecamente
letale (nasce per uccidere) e va per giunta tenuta in mano o alla spalla! La
norma in questione è la Legge 21 dicembre 1999 n. 526, pubblicata su Gazzetta
Ufficiale n. 13 del 18 gennaio 2000 Supplemento Ordinario. Tale LEGGE DELLO
STATO, si noti, non impone distanze di sicurezza tra il tiratore e il Pubblico;
chi impone, al contrario, una distanza, è una CIRCOLARE INTERPRETATIVA che
riguarda però i fuochi artificiali, al cui novero non appartiene il mortaletto
ligure per espressa affermazione della Commissione Centrale! La circolare di cui
parlo è la 559 dell’11.01.2001, foriera di tutti i nostri guai.
Il lavoro dei
tecnici si esaurisce nel dimostrare la resistenza meccanica d’un sistema, a
calcolare pressioni e velocità di deflagrazione, ad individuare norme
tecnicamente applicabili ad una materia non ancora normata, di concerto con
avvocati e giuristi... Sta invece alla Politica – quella sana e con la “p”
maiuscola” – definire la norma nuova, allo scopo di recuperare alla vita una
tradizione già uccisa, causa l’esclusione dei giovani. Per quale motivo, invece
di affrontare serenamente il vero problema – quello dei Giovani – la Commissione
Centrale s’è mossa con recrudescenza nel ribadire i 30 metri in analogia col
caso pirotecnico?
Su questo non so rispondere; chiediamolo ai nostri
POLITICI, a chi ABBIAMO VOTATO, a coloro ai quali PAGHIAMO LO STIPENDIO.
La
lotta per rendere la festa accessibile ai giovani è un gesto a favore della
Tradizione. Sparare coi giovani “fuori” è un puro atto egoistico, che distoglie
l’attenzione dal vero problema e contribuisce alla morte certa dei nostri Usi e
Costumi quattrocentenari. O dentro coi giovani, dunque, o tutti fuori con
coerenza. Tra le due vie esiste la via di mezzo dell’abusivismo, dei “giovani
dentro ugualmente”: permettetemi di affermare – a parte ogni considerazione
morale – che anche questa via non può essere risolutiva. Restiamo uniti per i
nostri giovani: sono loro la Tradizione.
Possiamo anche accettare – come
abbiamo fatto – la stupidità dell’elmetto e riderci su, ma non dobbiamo cedere
il passo sulla vera essenza della Tradizione: il T-R-A-M-A-N-D-A-R-E . Se ci
uniamo siamo in tanti ed abbiamo ragione, le carte alla mano. A Taggia Alta
(IM), il saluto dei 21 colpi nel fiume eseguiti con cannoni (intendo: mascoli
grandi), affiancava la Tradizione dei Folgari fino a pochi anni fa. Sparate come
le nostre esistevano sulle alture di Noli (SV) fino alla scorsa generazione.
Esistevano (o forse esistono ancora) a Levanto (SP)... e sopravvivono da voi a
Sori, a Recco, a Rapallo... e nella nostra entroterra. La soluzione tecnica al
problema, c’è. Ora occorre l’azione politica. Posso fornirvi anche di persona
ogni delucidazione in ordine alla risoluzione di problemi tecnici; per la
traduzione in norma, rivolgetevi però al vostro Primo Cittadino, alla Provincia,
alla Regione, a Roma, all’Europa.
Possiamo sederci attorno ad un tavolo e
parlare: l'obiettivo è comune. Non esitate, se vi fa piacere, a chiamarmi.
Complimenti per il sito, ricchissimo di informazioni e ben scritto!
Cordiali saluti.
Fabio Palazzi>>
Ringraziando l'ing. Palazzi per l'apprezzamento del lavoro svolto nella redazione del presente sito, rimandiamo un nostro giudizio a dopo aver con calma e ponderazione riflettuto sugli argomenti, effettivamente scottanti per chi si occupa di mascoli, che vengono posti in discussione.
Saranno graditi commenti, annotazioni e precisazioni all'indirizzo info@sori15agosto.it. (Solite rogole basilari dei dibattiti civili: i massaggi anonimi e gli insulti personali non verranno nemmeno presi in considerazione. Le affermazioni perentorie siano giustificate con riferimenti chiari, eccetera).