2008: ma che bella festa

Disclaimer: attenzione, questa pagina contiene opinioni peraltro espresse in linguaggio pedantesco.

 

Sori, 8 agosto 2008.

L'edizione 2008 della festa di N.S. delle Grazie verrà sicuramente ricordata meglio delle precedenti: dopo quindici anni di rinnovato fervore pirotecnico, il greto del torrente è stato privato delle sparate di mascoli . Come si è giunti a questo? E perchè a Sori questo può accadere quando a Recco il solo accenno di pensiero ad una eventualità simile provoca reazioni di sdegno che possono eufemisticamente definirsi sediziose?

Si dà il caso che un bel giorno qualche espertone (di cui per sua fortuna si ignora l'identità) proveniente da Rapallo si mise in testa di poter redigere un "regolamento" per l'utilizzo degli antichi mortaletti liguri. Fin qui nulla di male, non fosse che l'espertone decise di sottoporre la sua invenzione (e Dio solo sa che cosa contenesse visto il rigetto) niente popodimeno che alla Commissione Consultiva (e ripetiamo consultiva) Centrale Armi ed Esplosivi presso il Ministero degli Affari Interni a Roma.

Fino al giorno prima la questione mascoli non sfiorava nemmeno lontanamente gli interessi della Commissione romana, senza dubbio occupata in faccende ben più gravose ed importanti di una tradizione locale sconosciuta ai più all'interno della Provincia di Genova, e del tutto al di fuori. La regolamentazione (che pure esisteva ed era anche abbastanza chiara ed efficiente) era affidata in pratica alla locale Prefettura, alla sua omologa Commissione ed ai verbali di sopralluogo dei siti proposti per lo sparo, difettando qualsiasi riferimento normativo nazionale sull'argomento mascoli, che non possono essere assimilati sic et simpliciter ai fuochi pirotecnici, tantomeno alle armi da fuoco.

Quando si richiede un parere ad una Commissione Centrale, questa è tenuta seppur di malavoglia a rispondere. E nel caso in questione rispose (con nota, non ordinanza nè delibera nè chissacosa) che la distanza minima da tenersi nello sparo va ritenuta in metri trenta a prescindere dalle quantità di materiale esplodente impiegate. Non è facile dover esprimere pareri su argomenti poco conosciuti (indubbiamente tale è la tradizione dei mascoli a Roma) e a volte capita, allorchè obbligati, di mettere nero su bianco prescrizioni che possono rivelarsi esagerate per la sola necessità di tutelarsi a priori da qualcosa che non si conosce. Così è avvenuto e sarebbe oltremodo ingiusto accusare la Commissione Centrale di volere scientemente reprimere le nostre secolari usanze. Purtroppo chi avrebbe potuto farsi gli affari propri non ha dato retta al vecchio proverbio che suggerisce di non stuzzicare il cane che dorme, soprattutto quando gli è stato assegnato il compito di mordere.

La Commissione Centrale comunicò le sue risultanze alla Commissione genovese, che le fece proprie e raccomandò mediante nota del Prefetto (454 Kbytes) alle autorità preposte (leggasi i Sindaci laddove questi rivestono la funzione di Autorità di P.S. come a Sori) in seno all'Amministrazione Comunale di farle rispettare. RACCOMANDO' con nota, NON IMPOSE con ordinanza prefettizia. Inoltre è da rilevare che laddove si dice trenta metri a prescindere dalla quantità di materiale esplodente utilizzato  sembrerebbe proprio che la disposizione sia applicabile tanto ai mascoli quanto ai petardi di libera vendita che i ragazzini usano sparare a Capodanno, che possono contenere una carica maggiore di quella di un mascolo. Aut aut: o la nota va presa cogentemente alla lettera ed allora anche i petardi vanno sparati a trenta metri dal pubblico e ogni volta che ciò non avviene l'Autorità Comunale, laddove ne è a conoscenza, non ha fatto il suo dovere ed è passibile di sanzione, o la nota va interpretata per quello che in effetti è: una raccomandazione priva di valore cogente bensì da confrontarsi con le situazioni effettive constatate sul posto (in effetti se il Prefetto avesse voluto ordinare qualcosa avrebbe sottoscritto un'ordinanza; ordine= ordinanza non è una casualità lessicale). Si potrebbe inoltre obiettare che la dizione "distanza minima generale" implichi la possibilità di casi speciali. In tal caso verrebbe lecito pensare che il verbale di verifica dei siti redatto dalla Commissione Provinciale (formata da esperti nominati dalla Prefettura con gli stessi criteri della Commissione Centrale quindi persone sicuramente più esperte di chiunque in ambito comunale), che ha constatato di persona seppur precedentemente (nel 2005) lo stato dei luoghi, valga più di una burocratica formula che arriva dalla Capitale, tanto più che rispetto alla data degli ultimi sopralluoghi nulla è mutato nei siti nè tantomeno nella tecnica di caricamento, trasporto e sparo. Inoltre a Sori non si sono mai verificati incidenti legati alla tradizione dei mascoli, sia per una favorevole conformazione dei luoghi sia per la doverosa coscienziosità dei fochini di tutti i colori.

La decisione ultima in questi casi spetta all'Autorità Comunale, in ispecie al Sindaco che con sua ordinanza autorizza il caricamento e lo sparo nei luoghi che ritiene adeguati ed adottando le misure di sicurezza che ritiene opportune. E' inoltre da rilevare che, quand'anche il Sindaco accogliesse come oro colato ogni raccomandazione proveniente dall'alto, questo non lo manleverebbe da alcuna responsabilità in caso di sinistri in quanto, proprio per la loro natura di raccomandazioni, le raccomandazioni non significano affatto che il Sindaco non debba operare in piena responsabilità. In parole povere, verbale di sopralluogo o Commissione Centrale, la responsabilità delle autorizzazioni ricade sul Sindaco nella stessa misura.

Alcuni sindaci autorizzano, altro no. A Recco si spara nel greto del fiume, a Sori no. Che fare il sindaco di un paese dove per tradizione si sparano mascoli nel fiume comporti certe responsabilità si sa anche prima di candidarsi. Evidentemente il Sindaco di Recco lo sapeva benissimo e ha accettato di buon grado. L'alternativa è adattare il retaggio storico del proprio Comune al proprio livello di impavidità, e pare che questo lo si sappia benissimo a Sori.

Tutto qui. A Voi giudicare.

Per ultimo, alcuni frammenti di stampa locale che riteniamo decisamente significativi.

Il primo che vi proponiamo, a firma Paola Valdata, è tratto dal Nuovo Levante acquistato in edicola il giorno 8 agosto 2008. Ivi il sig. Gian Luca Buccilli Sindaco di Recco afferma categoricamente: <<Analizzeremo lo stato dei luoghi; in quanto autorità di pubblica sicurezza sarà mio compito un monitoraggio accurato, all'insegna della giusta prudenza che le nuove regole richiedono. Una volta compiuta la valutazione, sulla base dei sopralluoghi effettuati, spetta al sindaco il rilascio delle licenze. Una cosa è certa, a Recco le sparate sono sempre avvenute nella massima sicurezza [...] Le sparate ci saranno, e rappresenteranno una grande attrazione come sempre>>. Beccatevi il pdf (894 Kbytes). Notiamo con sommo stupore che il medesimo provvedimento, la famigerata nota del Prefetto, è interpretato a Recco quale una richiesta di adottare la giusta prudenza. Ciò non toglie che sia compito del Sindaco (e solo suo difettando nel territorio altre autorità di P.S.) valutare i luoghi e rilasciare le licenze.

Il secondo, a firma E.M., proviene dal Secolo XIX del 7 agosto 2008. Viene qui riportato in quanto merita decisa smentita. Ivi infatti si dice testualmente: <<Proprio in questi giorni la Questura ha vietato le analoghe [a quelle di Recco, n.d.r.] sparate nel greto del torrente a Sori, che si sarebbero dovute tenere per l'Assunta del 15 agosto>>. Godetevi il pdf (95 Kbytes).

Il periodo citato contiene alcune STRIDENTI INESATTEZZE. vediamole nel dettaglio:

La versione rettificata che vi proponiamo suona più o meno come segue:

<<Nonostante avesse avuto tutto il tempo per pensarci, chedere lumi e discuterne con i comitati, in questi giorni il Sindaco ha autorizzato le sparate solamente nei pressi del molo e solamente per il giorno 15 agosto>>.

Sori, 9 agosto 2008.

A seguito di un incontro informale mattutino tra il Sindaco, il Vice Sindaco ed i rappresentanti dei comitati soresi, veniamo a conoscenza della ferma intenzione dell'Amministrazione Comunale nel voler interpretare la nota prefettizia quale atto avente natura di prescrizione inderogabile. I rappresentanti dell'Amministrazione Comunale, deprecando alcune interpretazioni proposte da altre Autorità che facevano rilevare l'assenza di carattere prettamente imperativo, hanno espresso l'intenzione di sciogliere il nodo gordiano chiamando a consulto un noto studio legale genovese. 

Rilevando che un parere in proposito il Comune potrebbe richiederlo alla più autorevole Avvocatura Distrettuale dello Stato (con sede in viale Brigate Partigiane 2, Genova), ci sarebbe anche da prendere in considerazione il Segretario comunale, funzionario preposto a conoscere il diritto amministrativo.

Sori, 10 agosto 2008.

Le odierne affermazioni della stampa locale meritano una pagina speciale, a cui vi reindirizziamo cliccando QUI .

 

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